Portiamo l’educazione sessuale a scuola! E’ questo il monito che ieri è partito dal presidente dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere ONDA.
Un monito che, come sapete, mi trova perfettamente in accordo.
Secondo una recente indagine della Sigo – Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia, l’Italia è in fondo alla classifica europea per l’uso dei contraccettivi ormonali, con il 16,2% delle donne che li sceglie, contro una media europea del 21,4%. Il 42% delle under 25 non utilizza ancora alcun metodo contraccettivo durante la prima esperienza sessuale. Un dato allarmante per la prevenzione ginecologica e per la possibilità di incorrere in gravidanza indesiderate.
Utilizzare il preservativo con un nuovo partner o i sistemi contraccettivi con un partner con cui si ha un rapporto consolidato non deve essere solo una scelta occasionale ma uno stile di vita consapevole.
La contraccezione previene e consente di scegliere liberamente.
Se i dati sono così allarmati è perché in Italia, a differenza di molti Paesi europei, sono ancora diffusi stereotipi e tabù che andrebbero sfatati. Ed il supporto delle istituzioni è quanto mai indispensabile.
Un programma culturale che consenta intanto di portare l’educazione alla salute sessuale e riproduttiva come materia obbligatoria dei programmi scolastici consentirebbe di formare ed informare i giovani ad una maggiore consapevolezza.
Come ho spiegato in un recente articolo, se per tutta l’Italia il dato è allarmante, per il Sud è preoccupante. Solo il 7% degli adolescenti utilizza i metodi contraccettivi. E le motivazioni addotte sono per la maggior parte indicative di una mancanza di informazione.
Corsi di approfondimento, laboratori, documenti e presentazioni video consentirebbero ai nostri giovani una maggiore maturità sia nella scelta che nelle azioni da compiere.
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