In questi giorni mi sono ritrovata spesso a leggere commenti su quello che viene definito dai media il possibile “baby boom” dovuto alle nuove limitazioni imposte dal Coronavirus. Stare a casa con il proprio partner, meno stress lavorativo, più tempo per stare insieme, film romantici e serie tv potrebbero, secondo gli esperti, portare ad un aumento repentino di nuove nascite per i prossimi mesi.
Insomma, la conseguenza del coronavirus per gli esperti potrebbe essere un aumento della popolazione tra nove mesi. Forse. Ma forse anche no.
Sebbene molti ricordino il baby boom del post 11 Settembre, quello del post dopoguerra ed in generale quello che ha seguito molti periodi negativi e terrificanti della storia del mondo, in realtà, anche in questo, il Coronavirus sarà diverso, almeno per adesso.
La paura per il futuro e per la propria salute, collegata spesso alle ristrettezze economiche, alle difficoltà lavorative rendono questo periodo storico molto diverso da quello di altri tragici momenti.
Non tutte le coppie hanno voglia di riavvicinarsi sessualmente, anzi, spesso molte donne riferiscono di aver bisogno solo di abbracci e dialogo.
Ma non per tutte è così. Sappiamo bene che questo periodo storico sta portando molti di noi a riflettere di più, a ripensare alle priorità e a stabilire magari una classifica diversa rispetto al periodo pre-coronavirus. Per molti, non ci sarà un ritorno alla normalità ma un nuovo inizio.
Sappiamo bene che la gravidanza è il momento più bello da vivere per una donna e per una coppia. Fare dei figli dovrebbe essere il frutto di una scelta consapevole e condivisa. E questo aspetto rimane tale anche al tempo del coronavirus.
La paura e l’incertezza per il domani, hanno poco a che vedere con la voglia ed il sentirsi pronti a diventare genitori.
In Cina, sembrerebbe addirittura che il Coronavirus abbia aumentato il numero di richieste di separazione. Al contempo, in America, molte donne hanno dichiarato di essere rimaste incinte solo perché impossibilitate ad acquistare anticoncezionali a causa del lockdown. In Polonia, invece, ci si batte contro una legge che presto vieterà l’educazione sessuale nelle scuole.
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