Come si monitora il battito cardiaco fetale?

E’ il suono più dolce che abbiamo mai sentito ma anche quello che ci cambia la vita per sempre. E’ forte e travolgente ma anche dolce ed infinito, è il battito del cuore del bambino che cresce nel vostro pancione. E oggi la tecnologia e la ricerca avanzata ci hanno donato la possibilità di sentirlo e monitorarlo prima ancora che il vostro bambino venga al mondo.

Ma come si esegue la cardiotocografia?

E’ un esame molto diffuso ormai ed è noto anche come “esame no stress” perché invasivo ed indolore.

Si tratta di un esame durante il quale vengono fissate sull’addome materno due sonde mediante fasce elastiche che monitorano i dati relativi alla frequenza cardiaca fetale e alle contrazioni uterine. Le sonde trasmettono i dati ad un box centrale che registra la frequenza ed elabora i segnali che arrivano e che possono essere tradotti dal vostro ginecologo o dall’ostetrica.

Durante la cardiotocografia, la gestante può sentire “in diretta” le pulsazioni del cuore del piccolo, grazie ad un amplificatore interno all’apparecchio. I dati raccolti di solito vengono poi tracciati su video o su carta cosi anche da essere conservati.

Essendo invasivo ed indolore l’esame non presenta rischi per il feto.

Quanto dura?

L’esame completo può durare da 30 minuti fino ad un ora ma il tempo può anche allungarsi nel caso in cui il vostro bambino, ad esempio, sia già un dormiglione fin da dentro al pancione.

Quando si esegue?

La cardiotocografia di solito si esegue a partire dalla 38a settimana di gestazione e viene ripetuto a seconda delle indicazioni del medico (ogni giorno oppure ogni settimana) a seconda dell’esito elaborato.

Ci sono casi in cui è consigliabile eseguirla prima solo su indicazione specifica del ginecologo per la presenza di particolari situazione come diabete gestazionale o ipertensione.

Il monitoraggio del cuore del feto è un controllo necessario affinché il medico possa verificare che il feto sia sano e cresca come dovrebbe.

Soprattutto durante il travaglio, l’esame consente al medico di capire se il bambino resiste bene allo stress causato dalle contrazioni o se ci sono particolari difficoltà che, ad esempio, possono indurre ad un taglio cesareo.

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