Cos’è il genogramma sessuale? E perchè è importante conoscerlo per eccitarsi?

L’eccitazione è uno stato dei sensi, una potente forza, un’energia in grado di travolgere e trasformare” – gli esperti la definiscono così. Ma nello specifico l’eccitazione è considerata simile al desiderio, avviene a livello corporeo e fisico e prevede la lubrificazione vaginale e una serie di reazioni neurovegetative, muscolari ed endocrine connesse. 

Di eccitazione sessuale e di problematiche correlate alla mancanza di desiderio si sta parlando in queste ore al 13^ Congresso Nazionale di Sessuologia e Ginecologia che si sta svolgendo in Sicilia, nella splendida location dell’Una Hotel di Taormina.

Tra i partecipanti alla kermesse nazionale anche la dott.ssa Elisa Caruso che durante una recente intervista ha dichiarato: “Nonostante ci sia una componente fisica molto forte nella donna, l’eccitazione è per lo più una percezione mentale e soggettiva. E lavorare al meglio sul momento dell’eccitazione è per la donna di fondamentale importanza. Per questo è necessario che anche il partner abbia coscienza delle dinamiche che intercorrono nel preciso istante in cui ha inizio l’eccitazione, cosi da cogliere e agevolare al meglio la sensibilità e profondità del momento”.

Come spiegato dallo specialista Roberto Bernorio (ginecologo, psicoterapeuta e sessuologo clinico) durante il suo interessante intervento a Taormina: “L’eccitazione sessuale prepara all’orgasmo producendo un’attivazione generale dell’organismo ma non è sempre accompagnata dalla consapevolezza dei propri cambiamenti fisici“.

Quando l’eccitazione o il desiderio in una donna vengono a mancare si attivano una serie di segnali che non vanno mai sottovalutati. Ecco quali sono:

  • Ridotto interesse per l’attività sessuale
  • Meno fantasie sessuali
  • Meno piacere durante i rapporti
  • Ridotte sensazioni genitiali durante i rapporti

Come ha spiegato dal dott. Bernorio, inoltre, per capire quali sono i motivi legati alla mancanza di desiderio, spesso è opportuno anche ricostruire il cosiddetto “genogramma sessuale”, un racconto (chiaramente gestito da uno specialista) che riprende e ricostruisce anche le dinamiche di educazione sessuale ricevute in ambito familiare e la propria storia del piacere.

Cosa ci piace? Come? Perchè? Da quanto tempo?

Il genogramma sessuale consente un apertura della donna e apre alla narrazione delle modalità e dei messaggi sull’intimità: divieti, permessi e tabù compresi.

Un elemento da ricordare è che “raccontare il proprio piacere” ci consente di aprirci anche al nostro personale concetto di femminilità.

E ancora spiega Bernorio: “Gli elementi che vanno considerati nella formazione del genogramma sessuale sono: le figure femminili delle famiglie d’origine; la procreazione, la cura, i conflitti e la paura di cedere a una femminilità obbligata

Parlare della propria sessualità non è mai un errore. Analizzarsi, guardarsi allo specchio e raccontarsi è sempre una buona scelta.

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