La comunità scientifica italiana dei neonatologi, pediatri, ginecologi e ostetriche (SIN, SIMP, SIP, SIGO, AOGOI, AGUI e FNOPO) ha aderito all’iniziativa dell’Istituto Superiore di Sanità di istituire un gruppo di lavoro, coordinato dal Centro Nazionale di Prevenzione delle Malattie e di Promozione della Salute (CNaPPS), al fine di prendere in esame e divulgare gli aggiornamenti della letteratura scientifica sul tema COVID-19 in gravidanza, parto e allattamento.
In questi giorni, il gruppo ha condiviso diversi aggiornamenti sulla relazione tra gravidanza, allattamento e coronavirus. Noi vi abbiamo dato aggiornamenti costante su queste notizie e stiamo continuando a farlo. Proprio ieri, infatti, è stato pubblicato l’ultimo aggiornamento.
Le principali novità riguardano la raccomandazione di sottoporre a tampone tutte le donne che al momento del ricovero per parto manifestano sintomi suggestivi di COVID 19 e di considerare tutte quelle sintomatiche come potenzialmente contagiate.
La presenza dei partner in sala parto, anche di quelli non considerati positivi, per le strutture ospedaliere del territorio etneo resta limitata.
Per quanto riguarda il parto, in caso donne in gravidanza sospette o certe di COVID19 si raccomandano gli operatori di rimandare i cesarei e le induzioni programmate per ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione all’interno dell’ospedale.
Per chi allatta, il Ministero conferma che ad oggi non ci sono prove di trasmissione di contagio tramite allattamento. Ma è obbligatorio per queste donne l’uso della mascherina, l’igiene delle mani e la pulizia delle superfici.
Diverso è per le pazienti considerate positive. Le indicazioni della Commissione sono di isolare la madre infetta e il suo bambino per 14 giorni, dati i potenziali effetti dannosi sull’allattamento e sul bonding.
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