Maternità surrogata: cos’è, come funziona in Italia

Negli ultimi anni il concetto di maternità surrogata ha guadagnato sempre più attenzione e interesse in diverse parti del mondo.
In Italia il dibattito è adesso sull’agenda politica del Governo.
Pochi giorni fa con una votazione di 166 favorevoli, 109 contrari e 4 astenuti, è stato approvato alla Camera dei Deputati in prima lettura un emendamento proposto dal centrodestra che dichiara la maternità surrogata un “reato universale”.
Questo significa che i cittadini italiani che si impegnano in questa pratica all’estero potrebbero affrontare conseguenze legali una volta rientrati in Italia.

Con questo articolo vogliamo quindi fare chiarezza e affrontare questo tema che divide l’Italia a metà.

Maternità surrogata


Cos’è la maternità surrogata

La maternità surrogata implica che una donna, la madre surrogata, accetti di portare avanti una gravidanza per conto di un’altra persona o coppia.

Questo approccio alla genitorialità offre l’opportunità a coppie, sia etero che omosessuali, di realizzare il loro sogno di diventare genitori attraverso l’aiuto di una madre surrogata.
Questo fenomeno solleva una serie di questioni legali, etiche e sociali, e l’Italia non è da meno nell’affrontare questo dibattito in evoluzione.

Questa pratica può assumere due forme principali:

  • Maternità Surrogata Gestionale: In questa variante, un embrione composto dall’ovulo e lo sperma dei genitori richiedenti viene trasferito nell’utero della madre surrogata. Il nascituro non avrà legami biologici con la madre surrogata.
  • Maternità Surrogata Tradizionale: In questo caso, l’ovulo proviene dalla madre surrogata, mentre lo sperma è del padre richiedente. Il concepimento può avvenire tramite inseminazione artificiale o in vitro. Il bambino avrà legami biologici con la madre surrogata.


    Dove è ammessa la maternità surrogata

    La maternità surrogata è ammessa in diversi paesi nel mondo, con varie modalità e regolamentazioni.

    In Europa, la maternità surrogata è consentita nei seguenti paesi solo nella sua forma solidale, senza pagamento alla gestante tranne che per le spese: Cipro, Grecia, Macedonia del Nord, Portogallo, Regno Unito e Ucraina.

    Negli Stati Uniti, la maternità surrogata è ammessa in 48 dei 50 stati, così come in tutto il Canada, Cuba e gran parte del Sud America, inclusi Brasile e Argentina.

    Anche in alcune zone dell’Africa, come Ghana, Benin, Nigeria, Kenya e nella Repubblica Sudafricana, e in luoghi come Russia, India, Kazakhstan e alcune parti del Sud-est asiatico, la maternità surrogata è praticata.
    È importante distinguere tra due tipi di maternità surrogata: quella commerciale, in cui la gestante è retribuita, e quella solidale, in cui la gestante non riceve compenso oltre alle spese sanitarie.

    I paesi che consentono esclusivamente la maternità surrogata solidale, ai sensi di leggi specifiche, includono. In Europa: Cipro, Grecia, Macedonia del Nord, Portogallo, Regno Unito e Ucraina;

    In Africa: Benin e Repubblica Sudafricana; In Asia: India, Kirghizistan, Thailandia e Vietnam;
    In Oceania: alcune parti dell’Australia e Nuova Zelanda;
    Nord America: alcune province canadesi e alcuni stati degli Stati Uniti; Meso America: Cuba; Sud America: Uruguay. Inoltre, ci sono altri paesi, come Brasile, Argentina, Ecuador, Colombia, Sri Lanka e Iran, in cui la pratica è accessibile e ammissibile nonostante l’assenza di leggi precise.

    In totale, la maternità surrogata è ammessa in almeno 65 paesi in diverse forme e con varie regolamentazioni.

Il Contesto legislativo in Italia

La maternità surrogata è stata vietata in Italia dalla legge n.40/2004. Tuttavia, la pratica è consentita in alcuni paesi esteri, spingendo molte coppie italiane, soprattutto quelle eterosessuali, a cercare questa opzione all’estero per avere un figlio tramite questa tecnica.

Maternità Surrogata come “Reato Universale”

In un contesto politico in cui la maternità surrogata è stata al centro del dibattito, la premier Giorgia Meloni ha proposto un emendamento che mira a rendere la maternità surrogata un “reato universale” per i cittadini italiani, anche quando praticato all’estero. L’obiettivo di questa proposta è chiudere una presunta lacuna normativa nella legge n.40/2004, che non distingue tra surrogazione commerciale e solidale.

Un dibattito in evoluzione

La proposta di rendere la maternità surrogata un “reato universale” che a settembre verrà esaminata dal Senato ha suscitato un dibattito acceso in Italia. Alcuni sostengono che questa mossa sia necessaria per affrontare una pratica che potrebbe sfruttare vulnerabilità e promuovere un turismo procreativo, mentre altri temono che possa limitare le scelte delle coppie che desiderano avere figli attraverso la maternità surrogata.

Mentre il paese naviga tra le sfide legali e morali legate a questa pratica, è importante esaminare attentamente i molteplici aspetti in gioco. La maternità surrogata solleva interrogativi complessi sull’autonomia delle donne, i diritti dei genitori e il benessere dei bambini coinvolti. Mentre il dibattito prosegue, l’Italia è chiamata a trovare un equilibrio tra la tutela dei diritti e il rispetto per le scelte personali delle coppie che cercano di realizzare il loro sogno di genitorialità attraverso questa pratica controversa.

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