Attualmente il metodo più sicuro per evitare gravidanze indesiderate è la contraccezione.
Infatti, grazie all’utilizzo sempre più consapevole dei contraccettivi, il rischio di gravidanze indesiderate è oggi ridotto al minimo.
Può succedere, però, che si presenti il rischio di una gravidanza non voluta. In questi casi, quali sono le opzioni che una donna può prendere in considerazione?
Prima di tutto bisogna fare un po’ di chiarezza: qual è la differenza tra pillola del giorno dopo e pillola per l’aborto?
- La pillola del giorno dopo è una metodica di contraccezione di supporto da utilizzare, prima possibile, a seguito di un rapporto sessuale non protetto. Usata tempestivamente si può assumere per via farmacologia (la cosiddetta pillola del giorno dopo, appunto) o tramite un dispositivo uterino. In questo caso il tempo è fondamentale perché la pillola deve essere presa non oltre 3 o 4 giorni dopo il rapporto sessuale. Il tempo dipende anche dal farmaco che si sceglie e dal dosaggio ma non si assume dopo 120 ore. Questo metodo contraccettivo è assicurato al 95% se la pillola viene assunta 24 ore dopo il rapporto sessuale. È sempre consigliato un consulto con il proprio medico di fiducia, anche se la prescrizione è necessaria solo per le minorenni, le donne maggiorenni possono richiederla senza prescrizione medica. In realtà, chiamarla “pillola del giorno dopo” potrebbe non essere corretto come termine. Questo metodo contraccettivo è un metodo di emergenza ed è considerato un farmaco anticoncezionale post-coito ed è efficace perché previene una gravidanza per un massimo di cinque giorni dopo un rapporto sessuale non protetto. Nello specifico, il modo in cui agisce è interagire con il modello ormonale e impedisce ad un ovulo di impiantarsi nell’utero o bloccando l’ovulazione.
- Si differenzia dalla pillola del giorno dopo, la pillola per l’aborto. Quest’ultima agisce interrompendo una gravidanza senza che sia necessario un intervento. La pillola abortiva non può essere assunta in qualsiasi periodo della gravidanza, ma quando la donna è al di sotto delle 10 settimane. Contenente un principio attivo chiamato mifepristone, è usata con il misoprostolo, che viene assunto proprio per completare l’aborto. Assunti in due momenti diversi ma per interrompere definitivamente la gravidanza. L’efficacia di questo metodo è del 98%, quando il misoprostolo e il mifepristone vengono presi assieme, ma il tasso di efficacia dipende dalle settimane della gravidanza: diminuisce per ogni settimana aggiuntiva. Se entrambi i farmaci non vengono assunti correttamente, la pillola abortiva non funziona.
Considerato che il 70% delle ragazze ricorre al metodo contracettivo della pillola del giorno dopo, oggi più che mai argomenti del genere non dovrebbero essere un tabù per nessuno ed è necessario sensibilizzare le ragazze più giovani e le donne (madri incluse) sull’importanza di tali metodi, spiegandone prima di tutto la reale differenza e le contraddizioni dovute a problemi comunicativi di disinformazione e fake news.
Inoltre, ricordate sempre che instaurare un rapporto chiaro e trasparente con il proprio ginecologo è fondamentale per scegliere il metodo più giusto.
Attenzione! È bene sapere che:
“Le linee guida sulla pillola abortiva sono state aggiornate dopo 10 anni con una delibera del Ministero della Salute che annulla l’obbligo di ricovero dall’assunzione della pillola RU486 fino alla fine del percorso assistenziale e si allunga il periodo in cui si può ricorrere al farmaco fino alla nona settimana, limitazioni contenute nella delibera del 2009.
Alla luce delle più recenti evidenze scientifiche e della raccomandazione formulata dall’OMS in ordine alla somministrazione di mifepristone (RU486) e misoprostolo (prostaglandine) per la donna fino alla 9^ settimana di gestazione, delle più aggiornate evidenze scientifiche sull’uso di tali farmaci, nonché del ricorso nella gran parte degli altri Paesi Europei al metodo farmacologico di interruzione della gravidanza in regime di day hostital e ambulatoriale, la Direzione generale del ministero della Sanità ha predisposto le linee di indirizzo sulla IVG con metodo farmacologico, in aggiornamento a quelle emanate nel 2010, sulle quali il Consiglio Superiore di Sanità ha espresso parere favorevole, integrandole.
Le Società Scientifiche di Ginecologia e Ostetricia (Sigo, Aogoi, Augui e Agite) hanno espresso soddisfazione per le nuove linee guida, sottolineando che si tratta di un passo importante a tutela della salute e dei diritto delle donne, nel pieno rispetto della Legge 194/78”.
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