Verginità: costruzione sociale o estetica? 

Il Royal College of Obstetricians and Gynaecologists (RCOG), rappresentato dagli ostetrici e ginecologi inglesi, ha chiesto al governo inglese di bandire i test di verginità per verificare l’integrità dell’imene. Questo il recente appello pubblicato sul British Medical Journal. 

Il test di verginità che si effettua in diverse cliniche private del Regno Unito, viene in realtà praticato in tutti i Paesi occidentali e a richiederlo sono soprattutto molte famiglie musulmane. 

Eugenia Tognotti, docente italiana di Storia della medicina e della sanità pubblica presso l’Università di Sassari, risponde all’appello spiegando che lo stesso termine “verginità” non è un termine medico, la verginità è fondamentalmente una costruzione sociale. 

Il mondo medico da sempre si trova in disaccordo su questa questione. Sono molti, infatti, gli specialisti che sostengono che chi ha avuto dei rapporti sessuali, quasi sempre presenta un imene lacerato. 

Nicola Colacurci, presidente dell’Associazione ginecologi universitari italiani, sostiene che l’imene non si laceri sempre durante il primo rapporto sessuale e che non ostruisce l’ingresso della vagina. Costruzioni sociali di questo tipo danneggiano anche le cliniche se non è possibile visitare le donne vergini, perché le pazienti con patologie delle ovaie non possono ricevere assistenza come l’esame dell’ecografia transvaginale, causando loro disagi ai fini della diagnosi. 

Affrontiamo oggi questo argomento perché quello che si sta diffondendo sempre di più è la chirurgia intima. Quando parliamo di chirurgia intima, parliamo della ricostruzione vera a propria dell’imene. Questo fenomeno non riguarda, però, solo le donne musulmane bensì tutto l’intero universo femminile, così tanto da diventare un business della chirurgia estetica. 

Anche in Italia sono molte le richieste delle donne che vorrebbero “riacquistare” lo stato di verginità, con stato di verginità intendiamo il dolore e la difficoltà della prima penetrazione con perdita di sangue. Le categorie italiane interessate sono in genere le ragazze minorenni, non tutte accompagnate dalle madri e le donne tra i 45-50 anni che sono al secondo matrimonio e vogliono fare un regalo al marito. 

Oggi in ambito medico il concetto di ricostruzione dovrebbe essere una cosa molto seria. La verginità di una donna è molto importante in alcune società, culture e in molte religioni, ma le imenoplastiche non dovrebbero essere così comuni, soprattutto se pensiamo ai casi che di solito arrivano in ospedale, legati alle donne che hanno subito violenza o alle ragazzine inviate da servizi sociali. Ogni singolo caso dovrebbe essere valutato da uno psicologo perché un’operazione come questa non è un gioco.

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