Sappiamo bene che l’impulso sessuale varia da un soggetto all’altro. Ma vi è mai capitato di sentire parlare di disturbo dell’interesse sessuale? O meglio, vi è mai capitato di provarlo?
Ci sono donne che ad un certo punto della loro vita, per motivi sconosciuti a loro stesse ed al loro partner, riducono, fino al totale scomparire, la loro vita sessuale, l’autoerotismo e la produzione di immaginario a contenuto erotico.
Spesso questo impulso è legato al dolore del clitoride, detto anche clitoralgia. Vi siete mai chieste perchè accade?
La clitoralgia è spesso legata ad alcuni aspetti connessi: dolore durante i rapporti sessuali, assenza di orgasmo, assenza di impulsi sessuali e crisi di coppia.
Fino alla fine degli anni Novanta i disturbi sessuali femminili non sono stati al centro della ricerca scientifica, se non in minima parte. Negli ultimi anni sembra essere diventato invece più facile parlare di disturbi sessuali femminili e la letteratura scientifica è fiorita in questa direzione.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, la vulvodinia (che si caratterizza per i dolori o bruciori persistenti all’ingresso della vagina o nella zona che la circonda, la vulva) può colpire donne di tutte le età, dall’adolescenza alla menopausa e, a volte, si può trasformare anche in un disturbo permanente con cui occorre faticosamente imparare a convivere. L’origine della vulvodinia non è stata ancora chiarita. L’inizio dei disturbi segue spesso ripetute infezioni da parte di un fungo, la candida, o traumi fisici come un incisione chirurgica o spesso in occasione del parto.
Possono essere coinvolti nell’insorgenza del disturbo anche aspetti legati alla cura di sé, come l’uso di biancheria intima sintetica o di indumenti troppo stretti, l’impiego di detergenti intimi o di prodotti a uso locale contenenti sostanze chimiche e le attività sportive che possono creare microtraumi, come lo spinning o l’equitazione. Il dolore vulvare, a sua volta, può facilitare una contrazione muscolare sia a livello del pavimento pelvico, sia a livello della muscolatura vaginale creando un circolo vizioso che alimenta i disturbi.
In genere le donne che vengono colpite da questo disturbo non percepiscono nessun interesse per il sesso e non rispondono soggettivamente o fisicamente alla stimolazione sessuale.
Ma perché alcune donne manifestano questo disturbo? E quali sono le cause?
Il disturbo da eccitazione femminile è riconducibile a varie cause:
- scarso tono dei muscoli perivaginali che comportano un’assenza di sensibilità sessuale nell’area vaginale e quindi difficoltà di eccitamento e di orgasmo;
- difficoltà nell’elaborazione di fantasie sessuali;
- carenze ormonali (estrogeni e/o testosterone) e menopausa;
- fobie sessuali specifiche;
- scarse abilità sessuali della donna e/o del partner;
- scarse abilità di comunicazione della coppia;
- omofobia interiorizzata.
Questo calo del desiderio femminile può includere tutte le forme di espressione sessuale, oppure può essere situazionale, quando è limitato ad un partner o ad una attività sessuale specifica. Gli esperti tendono a considerare questo disturbo o riduzione dell’interesse come soggettivo, genitale o combinato. Ma qual è la differenza?
Quando il disturbo dell’interesse sessuale è soggettivo
Questo tipo di disturbo si verifica quando le donne non si sentono eccitate da nessun tipo di stimolazione sessuale genitale o non genitale (per esempio baciare, ballare, guardare un video erotico, stimoli fisici), nonostante la presenza della risposta fisica genitale (per esempio la congestione genitale).
Quando il disturbo dell’interesse sessuale è genitale
Questo tipo di disturbo si verifica quando l’eccitazione viene avvertita in risposta alla stimolazione non genitale (per esempio un video erotico) ma non in risposta alla stimolazione genitale. Questo disturbo in genere è più frequente nelle donne in post-menopausa. La lubrificazione vaginale e la sensibilità sessuale genitale è ridotta.
Quando il disturbo dell’interesse sessuale è combinato
Questo tipo di disturbo si manifesta quando l’eccitazione sessuale in risposta a qualsiasi tipo di stimolazione sessuale è assente o ridotta, e le donne riferiscono un’assente eccitazione fisica genitale e possono dichiarare di sapere che la congestione del clitoride non si verifica più.
In altri termini possiamo dire che i disturbi del desiderio sessuale si differenziano, esiste quello ipoattivo ed esiste quello da avversione sessuale.
- Il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo è l’insufficienza o l’assenza di fantasie sessuali e del desiderio di attività sessuale.
- Il disturbo da avversione sessuale, invece, è caratterizzato dall’attivo evitamento del contatto sessuale genitale con un partner sessuale.
Esiste un trattamento da seguire per risolvere questo disturbo?
Un’anamnesi sessuale per capire la natura del problema è utile per approfondire e risolvere il problema. È molto importante che il disturbo venga riconosciuto e che si intraprenda un percorso di trattamento. Da quando disturbi di questo tipo non sono più oggetto di tabù, è estraneamente importante consultare il proprio specialista di fiducia.
L’approccio più favorevole potrebbe essere un approccio multidisciplinare perché può comprendere consulenti sessuali, specialisti del dolore, psicoterapeuti e fisioterapisti.
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