E’ un tema che viene spesso messo in secondo piano ed è certo che la sostanza viene prima della forma ma in alcuni casi specifici le due cose coincidono. Un ginecologo non sensibile al dialogo con il paziente, all’ascolto o alla comprensione è in realtà uno specialista a metà.
Un ginecologo infatti, come e più di qualsiasi altro professionista della salute, ha a che fare con tematiche particolarmente delicate e difficili da gestire che richiedono attenzione e fiducia reciproca.
Quante di voi alla notizia di una gravidanza o al primo disturbo ginecologico hanno chiesto consiglio innanzitutto a mamma, sorella, amica o “google”? Sono certa siate in tante. E fin qui, è tutto ok.
Il problema – se così lo si vuole porre – per la nostra comunicazione ginecologica arriva quando la frase di risposta diventa: “Sa dottoressa, in realtà, mia mamma dice che …” oppure “io conosco già il mio problema, ho cercato su google e ho letto che …“.
Sono convinta che la ricerca di informazione, di consigli e suggerimenti per il tramite di un canale “fiduciario” (così considerate la risposta di un genitore) possa comunque essere un primo approccio conoscitivo ma è importante non considerarlo l’unico informativo.
Mi spiego meglio. Cercare “pillole di conoscenza” su ciò che accade nella vostra vita è pertinente e contestuale a questa era della “iper-conoscenza” ma considerare tali fonti autorevoli è un errore. L’informazione specialistica è la sola informazione autorevole per la vostra “r-assicurazione di salute“.
Saper comunicare in ginecologia oggi significa anche questo: ascoltare le prime istante dei pazienti e consigliarle poi lungo la via più sicura ed efficace.
Un ginecologo affronta tutti i giorni situazioni delicate che partono da una semplice domanda: “Posso fidarmi di questo medico?”. Avuta una risposta positiva, il paziente può ascoltare liberamente il parere dell’esperto e seguirlo sui consigli forniti secondo quanto conosciuto in medicina.
Il presupposto vale in generale per ogni situazione ma ce ne sono alcune che in ginecologia richiedono particolari attenzioni. Sono, ad esempio, i casi di giovani adolescenti che si imbattono in gravidanza indesiderate o di malattie gravi sessualmente trasmissibili.
Instaurare con il paziente un rapporto fatto di empatia è l’unico modo per superare le barriere che ostacolano il dialogo al fine di indirizzare la donna lungo un percorso di prevenzione e controlli.
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