Vaccino in gravidanza: si o no? Le risposte degli esperti

Questo nuovo anno si è aperto con una speranza in più per tutto il mondo nella battaglia contro la pandemia. Entro qualche mese il 70% della popolazione italiana dovrà scegliere se essere vaccinata o no. E per le donne in gravidanza? Quali sono le indicazioni degli esperti?

Le società scientifiche italiane Sigo, Aogoi, Agui e Agite hanno redatto un documento sulla vaccinazione Covid in gravidanza alla luce delle conoscenze attuali.

Secondo il documento scientifico appena pubblicato: “i dati disponibili sui vaccini  sono derivanti solo da studi su modelli animali, e non hanno mostrato effetti dannosi in gravidanza”. Inoltre, “non sono disponibili dati di sicurezza ed efficacia nelle donne in gravidanza e allattamento”.

Tuttavia: “trattandosi comunque di un vaccino con mRNA (il riferimento è al vaccino Pfizer-BioNTech, l’unico attualmente autorizzato in Italia, ndr.), cioè  non  di un vaccino a virus vivo, ed in cui le particelle di mRNA vengono rapidamente degradate, si ritiene che possano essere considerati sufficientemente sicuri nelle donne in gravidanza”. 

Su tali presupposti si può ritenere che:

  • La vaccinazione è una scelta personale e la donna deve in tutti i casi essere informata in maniera esaustiva dal sanitario di fiducia su vari punti:
    • Il livello di circolazione del virus nella comunità,
    • I potenziali rischi del vaccino,
    • I rischi connessi all’infezione da COVID19 in gravidanza, sia per la salute materna chefetale,
    • I vaccini attualmente approvati dalla FDA non sono stati testati sulle donne gravide,e pertanto non vi sono dati relativi alla loro sicurezza in gravidanza.
    • Il dato anamnestico di: età materna uguale o superiore a 35 anni, precedenti co- morbilità come asma, obesità, diabete, ipertensione e l’appartenenza a etnia nera o altre minoranze etniche, rappresenta un rischio aggiuntivo di sviluppare una gravemorbosità materna con possibili ripercussioni anche sugli esiti feto/neonatali.
    • L’occupazione professionale come operatrice sanitaria o caregiver in contesti in cui l’esposizione al virus è alta rappresenta un ulteriore elemento di rischio aggiuntivo da considerare nel decidere se vaccinarsi o meno in gravidanza e allattamento.
  • Le donne gravide che non hanno una storia recente di infezione da COVID 19 e che hanno specifici fattori di rischio aggiuntivi, possono considerare favorevolmente di ricevere il vaccino COVID 19, che è eseguibile in qualsiasi epoca di gravidanza.
  • Non vi sono controindicazioni all’esecuzione delle altre vaccinazioni (antinfluenzale ed antipertosse) raccomandate in gravidanza. A scopo prudenziale, in assenza di evidenze, si raccomanda di mantenere un intervallo di almeno 14 giorni tra i vaccini.
    In specifico, le donne in gravidanza
    • In prossimità del picco epidemico influenzale, a prescindere dall’epoca di gravidanza, possono ricevere anche il vaccino anti-influenzale.
    • In prossimità della 28° settimana, epoca in cui è raccomandato il vaccino anti-pertosse, possono ricevere anche tale vaccino.
  • Le donne che allattano e non riportano una storia recente di infezione da COVID 19, possono considerare favorevolmente di ricevere il vaccino.
  • Le donne gravide che hanno riportato una storia recente di infezione da COVID19, possono comunque considerare di scegliere di essere vaccinate; dato che le evidenze indicano che una reinfezione è altamente improbabile nei 90 giorni successivi all’inizio dell’infezione, si suggerisce di differire la vaccinazione fino alla fine di questo periodo.
  • Il desiderio riproduttivo non deve interferire nella scelta della donna a sottoporsi a vaccinazione.
  • Alle donne che decidono di non vaccinarsi è fondamentale ricordare l’importanza delle altre misure preventive quali l’utilizzo dei DPI, il distanziamento fisico ed il lavaggio frequente delle mani.

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