Transgender e Transessuale qual è la differenza? nel mese del Pride proviamo a fare chiarezza su alcuni termini utilizzati impropriamente.
Il mese di giugno è il Pride Month, dedicato all’orgoglio, alla parità di diritti e all’amore in ogni sua forma della comunità LGBTQIA+.
Questa sigla universale comprende persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali e asessuali. Il “+” sta ad indicare tutti gli altri generi meno definibili per una totale inclusione nell’uguaglianza di genere.
Il Pride Month cade a giugno per commemorare i moti di Stonewall del 1969, quando la polizia fece irruzione nello Stonewall Inn, un bar gay di New York, e la comunità si ribellò per mostrarsi e combattere per i propri diritti. Proprio per celebrare le libertà e l’orgoglio di esprimere se stessi nella propria identità di genere e nella propria sessualità senza subire discriminazioni o pregiudizi abbiamo deciso di fare chiarezza su alcuni termini che spesso vengono utilizzati in maniera impropria.
Le parole sono importanti
La scelta del linguaggio giusto è un aspetto cruciale quando si tratta di argomenti legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Le parole che usiamo possono avere un impatto significativo sul modo in cui le persone LGBT+ sono percepite e accettate dalla società.
In primo luogo, è importante evitare l’uso di termini offensivi o derogatori. Molte parole che erano comunemente usate in passato per riferirsi alle persone LGBT+ sono ora considerate offensive e inappropriate. Inoltre, bisogna prestare attenzione alla differenza tra identità di genere e orientamento sessuale.
L’identità di genere si riferisce al genere con cui una persona si identifica, mentre l’orientamento sessuale si riferisce al sesso di chi si preferisce come partner. Usare questi termini in modo intercambiabile può causare confusione e perpetuare gli stereotipi sui ruoli di genere.
Spesso, c’è confusione nella distinzione tra due termini come “transgender” e “transessuale”.
Questi termini vengono spesso usati come sinonimi o peggio ancora come sostantivi, mentre in realtà sono aggettivi.
Transgender e Transessuale
Il termine “Transgender”
Si riferisce a persone che non si identificano esclusivamente con il genere che gli è stato assegnato alla nascita, ma che invece si identificano con un altro genere. Questa identità di genere può essere maschile, femminile, entrambi o nessuno dei due, e può comportare una varietà di espressioni di genere. Ogni individuo può collocarsi lungo un continuum che va da maschio a femmina.
La parola transgender deriva dalla fusione di “trans” (oltre, al di là) e “gender” (genere). In altre parole, il genere non è una categoria binaria, ma piuttosto un’esperienza personale che può essere espressa in molte sfumature diverse. Chiunque non si riconosca nello stereotipo maschile o femminile può essere definito transgender.
Il termine “Transessuale”
Questo termine invece si riferisce a persone che desiderano fare una transizione fisica dal loro sesso biologico al genere con cui si identificano. Quando parliamo di persone transessuali, ci riferiamo ad una questione legata all’identità di genere. L’identità di genere è la dimensione personale che indica il “sentimento di appartenenza” al genere maschile o femminile. Le persone transessuali si identificano con un genere diverso rispetto a quello assegnatogli alla nascita sulla base del loro sesso biologico e dicono “io mi sento un uomo” anche se sono nate in un corpo femminile, oppure “io mi sento una donna” anche se sono nati in un corpo maschile. Questa incongruenza tra l’identità di genere e il sesso biologico può causare grande sofferenza emotiva e sociale. La transizione, un percorso complesso che può includere interventi chirurgici, terapie ormonali e altri cambiamenti nelle espressioni di genere, può aiutare le persone transessuali ad avvicinarsi maggiormente alla loro identità di genere desiderata.
Il percorso di cambiamento
Il percorso di cambiamento per una persona transessuale, noto anche come “transizione”, è un processo lungo e complesso che può comportare interventi chirurgici, terapie ormonali e altri cambiamenti nelle espressioni di genere per aiutare la persona a raggiungere una maggiore congruenza tra il proprio corpo e l’identità di genere.
In Italia, la legge n. 164 del 1982 prevede la possibilità di “rettificazione di attribuzione di sesso” attraverso l’autorizzazione all’intervento chirurgico e alla successiva modifica dei dati anagrafici della persona (nome e sesso) nei documenti ufficiali. Questa legge ha reso possibile per molte persone transessuali in Italia ottenere il riconoscimento legale del proprio genere, ma il percorso di transizione rimane comunque difficile e pieno di sfide emotive, sociali e culturali.
È importante prestare attenzione al nome scelto dalla persona transgender o transessuale e utilizzare il pronome con cui la persona preferisce essere appellata.
Comprendere il significato dei termini che usiamo e riflettere sulla loro connotazione sociale ci permette di muoverci in modo adeguato e rispettoso attraverso le differenze che ci contraddistinguono. In questo modo, possiamo contribuire a creare una società più inclusiva e tollerante verso i diritti delle persone LGBT+.
Le bandiere
Le bandiere transgender e pride sono diventate simboli importanti per la comunità LGBTQ+ in tutto il mondo. Uno strumento importante per aumentare la consapevolezza e promuovere la comprensione tra le persone che non fanno parte della comunità LGBTQ+.
Entrambe le bandiere hanno un significato profondo per chi le indossa.
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